Durata della laurea in giurisprudenza

L’iscrizione ad una facoltà universitaria è il momento più delicato della vita di un giovane, in quanto la sua scelta sarà importante su chi diventerà domani. Sicuramente tra i corsi di studio più ambiti in assoluto c’è quello di giurisprudenza, la tanto temuta facoltà su cui aleggiano leggende e misteri.

Non si può certo nascondere che si tratta di una laurea complessa, dura, molto lunga, ma questo non vuol dire che ce la fanno solo i geni o coloro i quali hanno un QI superiore alla media. Dal momento che è molto prolisso come corso di studi, richiede impegno, comprensione, per cui solo con i giusti strumenti è possibile addolcire leggermente l’irto percorso.

Va da se che prima di iscriversi al corso di laurea in Giurisprudenza bisogna valutare attentamente la mole di studio, gli argomenti che si affronteranno esame dopo esame. Il che vuol dire anche imparare a sviluppare una buona organizzazione dello studio, attraverso un metodo che semplifichi la vita. Certo, non occorrono particolari metodologie né poteri soprannaturali, ma la costanza e la dedizione per una materia che o piace o non piace, non conosce cioè mezzi termini.

Per accedere alla facoltà di giurisprudenza non serve altro che l’iscrizione diretta. Nella maggior parte delle università italiane si tratta infatti di facoltà a numero aperto. Tuttavia in alcuni atenei nostrani, è previsto un test d’ammissione il cui mancato superamento non consente all’aspirante matricola di potersi regolarmente iscrivere al corso di studio.

Durata della laurea in giurisprudenza

A spaventare moltissimo coloro che prendono in considerazione l’iscrizione è la durata della laurea in giurisprudenza. In tutti gli atenei indistintamente, il corso dura 5 anni a ciclo unico. Certo, fino ad un ventennio fa non era così.

Quando era ancora in vigore il cosiddetto “vecchio ordinamento”, aveva durata quadriennale. Agli inizi degli anni 2000 ci fu una riforma che la rese una tipica laurea 3+2, per poi diventare poco dopo una magistrale a ciclo unico.

Nel caso della triennale comunque il corso non si chiamava “giurisprudenza”, si parlava infatti di laurea triennale in scienze giuridiche che permetteva al laureato poi di scegliere se entrare direttamente nel mondo del lavoro o se invece studiare ancora e conseguire la specialistica in giurisprudenza.

La maggior parte di coloro che conseguivano la triennale preferivano proseguire gli studi in quanto per accedere a concorsi pubblici  e professioni legali ci voleva la laurea completa. Proprio in virtù del fatto che la triennale in scienze giuridiche era molto limitativa dal punto di vista della carriera, si è deciso di rendere tale corso di laurea a ciclo unico, della durata di 5 anni.

Come capire se sei adatto a studiare giurisprudenza

Il diritto, la giurisprudenza, le leggi sono affascinanti argomenti che uno studente deve amare e sentire dentro. Non ci si iscrive a giurisprudenza per esclusione, ma perché effettivamente si hanno degli ideali e un potenziale da voler impiegare a favore della società. L’errore che molti giovanissimi fanno è di immatricolarsi al corso di laurea in legge solo perché non è stata superata la prova di ammissione alla facoltà di psicologia, o solo perché non si hanno le idee chiare. Questo è il motivo per il quale, in molti atenei i primi giorni di corso le aule sono intrise di gente, e al termine del percorso accademico si arriva in minima percentuale.

Dunque, come si fa a capire se giurisprudenza è la facoltà adatta alle proprie esigenze? Bisogna partire da quello che sono i propri progetti futuri, da come ci si immagina domani. Certo, può capitare che in corso d’opera si cambi prospettiva, ma un punto di riferimento iniziale si dovrà pure avere.

Ecco perché di solito si può fare una suddivisione di tre tipologie di studenti di legge, ovvero quello sicuro della sua scelta, quello temerario che non ha la minima idea di chi vuole diventare domani, e quello che ha scelto legge per esclusione. Tre categorie differenti di cui quasi sicuramente solo la prima raggiungerà la sua meta.

Indipendentemente dalla facoltà, questa regola vale per tutti i corsi di studio. Ci vuole amore per quello che si fa, ci vuole spirito di sacrificio, ma anche curiosità e desiderio di accrescere le proprie conoscenze in materia. Anche per questo motivo non ci si immatricola a cuor leggero a giurisprudenza, speranzosi di strappare anche solo un 18 ai docenti ed arrivare alla laurea.

Raccogliere informazioni in anticipo per capire se si è adatti a questo corso di laurea

Perché ammesso e non concesso che si riesca anche a giungere alla conclusione dei 5 anni, nel mondo del lavoro sarà complicato farsi valere. Questo perché ci si trova con un titolo di studio che non piace, che non stimola e che non fornisce il giusto metro di soddisfazione, a cui tutti hanno diritto. Meglio pertanto raccogliere tutte le dovute informazioni prima che sia troppo tardi, altrimenti si rischia di perdere tempo prezioso e denaro. Coloro che hanno fatto errori di valutazione sono sempre in tempo a tirarsi fuori da una facoltà così impegnativa come giurisprudenza, mentre coloro che sono insicuri di cosa vogliono dal futuro devono farsi coraggio e guardare dentro di sé.

La facoltà di giurisprudenza è adatta a chi non si abbatte, a chi è capace di riemergere dalle proprie ceneri come la fenice. Studiare diritto richiede impegno costante, perseveranza, e anche una personalità molto forte in base a quello che poi si farà domani nel mondo del lavoro. Inseguire i propri sogni è lecito. Un consiglio? Non si deve mai dare retta ai consigli altrui, ma farsi guidare dal proprio istinto.

Immagine da Pixabay.com

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